Secondo la cultura yogica oltre al nostro corpo grossolano – corpo fisico – l’essere umano ha anche un corpo definito ‘sottile‘, ovvero un corpo formato da un apparato differente da quello materico, che si tratta di un corpo energetico.

All’interno di questo ‘corpo sottile‘ sono presenti vari elementi come le ‘Nadi‘ veri e propri canali energetici (la traduzione letterale dal sanscrito sarebbe fiume)  che permettono il passaggio e il trasporto di ‘Prana‘- soffio o energia vitale – in tutto il corpo.

Come dice Yogi Bhajan: <<Il Prana è un tutt’uno ma per capire meglio la sua attività all’interno dei nostri corpi gli antichi saggi lo hanno diviso in cinque categorie dette ‘Arie‘ o ancor meglio ‘Vaju‘>>

  • Il Prana, che si trova nella regione toracica legato al respirto e all’attrarre nuova energia
  • l’Apana al di sotto dell’area dell’ombelico regola le funzioni legate all’eliminazione
  • Il Samana, nella regione tra diaframma e ombelico è deputato alla funzione digestiva, al discernimento e l’assimilazione
  • l’Uddyana che opera dalla laringe in su, gestisce la parola, la proiezione, la capacità mentale e la memoria
  • Il Vyana che attraversa il corpo intero pervadendone ogni cellula

Yogi Bhajan ha creato anche una serie di esercizi per bilanciare i Vayu e riuscire dunque a far scorrere l’energia Pranica liberamente in tutto il corpo.

É una sequenza che come tutto va eseguita con costanza e pazienza.

Va ad agire su tutte e cinque le ‘arie‘ del nostro corpo, anche se lo stesso maestro ci tiene a sottolineare che, se riusciamo ad equilibrare le tre più importanti, Prana, Apana e Uddyana, le altre si allineeranno di conseguenza.

Dunque se il prana è così fondamentale nella disciplina e nella pratica yogica ora forse possiamo capire meglio l’importanza dei condotti che lo trasmettono come le nadi’.

Nonostante gli antichi saggi ne abbiamo ‘mappate’ circa 72 000 nel corpo umano, tre sono quelle universalmente riconosciute come più importanti o comunque fondamentali per la trasmissione e il bilanciamento di prana, ovvero Sushumna, Ida e Pingala.

Sushumna è la nadi centrale che corre lungo la colonna vertebrale: quando la Kundalini si risveglia o si brucia – a seconda delle interpretazioni – la risale e riesce a connettere tutti e sette i Raja Chakra principali, facendoli attivare fino ad arrivare al centro del capo.

Ida è la nadi che si trova a sinistra di Sushumna,  ha un’energia femminile, lunare, rinfrescante, calmante ed equilibrante.

Pingala è la nadi che si trova a destra di Sushumna,  ha un’energia maschile, solare, calda, attivante e stimolante.

Ida e Pingala si intrecciano diverse volte intorno a Sushumna fino a sfociare ognuna dalla rispettive narici. Esattamente come la foce di un fiume partono dalla base della colonna che è la loro sorgente, fino ad arrivare alle narici.

Dal momento che li ho citati non posso non parlarne, anche se poi, con un articolo approfondito a parte, lo farò in maniera più dettagliata: questo complesso e semplice sistema di diffusione energetica sottile va a stimolare e distribuire energia come una piccola centrale solare, e i vari chakra del nostro corpo.

La parola chakra significa ‘ruota‘, e in effetti secondo esperienze dirette e vari scritti di saggi nel corso dei secoli, la sensazione che si prova quando si medita su di essi è proprio quella di circolarità o di visualizzazioni di figure geometriche rotonde – Il cerchio questa geometria sacra che ritroveremo così tante volte nelle cultura yogica induista e non solo –

Ebbene, come tutto ciò che si rispetti partiamo dal principio e dunque dalla radice.

Muladhara: il primo chakra, è la nostra base, la radice, quello da cui partiamo e che ci radica a fondo nel terreno, la materia. Viene rappresentato come un fiore di loto a quattro petali di colore rosso vivo.

Svadhisthana: il secondo chakra, è la vita, la creazione, le emozioni, la forza vitale, è il cambiamento durante il cammino spirituale

Viene rappresentato come un fiore di loto a sei petali di colore arancio vivo.

Manipura: il terzo chakra, è la volontà, la forza, la determinazione e l’allineamento. Viene rappresentato come un loto a dieci petali di colore giallo vivo.

Anahata: il quarto chakra, è il cuore, l’amore incondizionato, è il centro. Viene rappresentato come un fiore di loto a dodici petali di colore verde brillante,

Vishudda: il quinto chakra, è la gola, la comunicazione con o senza parola, è  la capacità di  ricevere. Viene rappresentato come un loto a sedici petali di colore azzurro vivo.

Ajna: il sesto chakra, è l’intuizione, la percezione, l’intuito e l’istinto è il subconscio. Viene rappresentato come un loto a due petali di colore indaco.

Sahashrara: il settimo chakra, è lo stato di coscienza e di rapporto diretto con il cosmo, lo spirito universale e naturale, dio. Viene rappresentato come un loto dai mille petali ed è incolore.

E terminiamo con la cima, come un bellissimo albero o una montagna, anche il nostro corpo energetico segue un percorso ben preciso che se esplorato e attraversato con coscienza e consapevolezza può darci dei doni meravigliosi.

Ti aspetto sul tappetino con una pratica per risvegliare ed indagare il nostro corpo energetico.

 

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