VRKSASANA, LA POSIZIONE DELL’ALBERO

 

Ciao!

Se già ti è capitato di visitare il sito, avrai visto un articolo dedicato al radicamento e alla forza dove ti parlo della posizione dell’albero, Vrksasana. Con questo articolo voglio completare il lavoro, ponendo il focus su come praticare correttamente questa posizione, sui benefici, le controindicazioni e le possibili varianti da applicare a seconda del caso.

Come si esegue Vrksasana:

  • Ci portiamo in Tadasana, la posizione della montagna, e prestiamo attenzione all’appoggio dei piedi a terra, il radicamento è tutto e percepire la spinta dei piedi a terra è fondamentale per allungarsi verso l’alto; fondamentale in questo passaggio è attivare l’arco plantare, sostenendo i malleoli, sentire il bacino stabilee non inarcato grazie all’attivazione dell’addome, NON iperestendere le ginocchia;
  • Mantenendo i piedi a terra (rigorosamente paralleli), trasliamo il nostro peso su uno solo dei due, ad esempio il destro. Prima di stabilizzarci su uno dei due piedi possiamo dondolare fra piede destro e sinistro per sentire bene come questo si distribuisca. In questa fase può essere utile portare le mani sui fianchi;
  • Una volta scelto il piede da cui partire, prima di portarci nell’equilibrio cerchiamo di fissare il nostro sguardo su un punto preciso(davanti a noi, alla stessa altezza del nostro sguardo oppure verso terra ma qualche metro più avanti): nelle posizioni di equilibrio gli occhi che vagano sono controproducenti. Fissare lo sguardo è metà del lavoro, perché è fissare la nostra concentrazione e fermare la mente;
  • Siamo sul piede destro e lo sguardo è fermo. Piego il ginocchio sinistro e con la mano sinistra afferro la caviglia. Porto la pianta del piede sinistro a premere contro l’interno coscia destro. ATTENZIONE: se per flessibilità non riesco a far salire il piede sinistro fino all’interno coscia NON IMPORTA, con la costanza riuscirò primo o poi, ma per nessun motivodevo appoggiare la pianta del piede sinistro sull’interno del ginocchio destro! In quel caso appoggio la pianta del piede sul polpaccio;
  • Il ginocchio sinistro è ben aperto verso l’esterno, mentre quello destro non è iperesteso. Il bacino è stabile! Per trovare maggiore equilibrio posso far uscire leggermente il fianco destro (POCO!);
  • Una volta trovato l’equilibrio porto le mani in anjalimudra, prima davanti al cuore, poi oltre la testa. Il petto si mantiene sempre aperto, le spalle sono lontane dalle orecchie;
  • Rimango nella posizione almeno cinque respiri profondi e completi, poi con gentilezza ritorno in Tadasanae rimango qualche istante a percepire le differenze fra i due lati del corpo prima di portarmi in Vrksasana sull’altro lato.

 

Questa posizione è sicuramente una delle principesse dello Yoga, tanto che anche le bambine a cui insegno danza classica quando hanno saputo che insegnavo anche yoga ne hanno mimato la forma! La sua fama deve essere accompagnata anche dalla conoscenza di quanto sia complicata. Per quanto possiamo essere fisicamente prestanti, potrebbero esserci giorni in cui questo āsana ci farà penare, pertanto possiamo attuare qualche piccola modifica:

  • Lasciare la mezzapunta del piede appoggiata a terra, portando il tallone sul malleolo del piede che mi sta sostenendo: nonostante abbia un sostegno posso comunque lavorare sulla forza e la spinta del piede a terra e sull’allineamento del bacino e la tenuta dell’addome, oltre che approfondire l’apertura del ginocchio sul lato e quindi favorire l’apertura dell’anca. Quest’ultimo passaggio è fondamentale e spesso chi pratica la posizione “completa” se ne dimentica, incassando il bacino e spezzando completamente la figura, che quindi non fa viaggiare il pranadal basso verso l’alto!
  • Non portare le braccia oltre la testa, soprattutto se sentiamo affaticamento o fastidio nella zona dei trapezi: mantenendo le mani in anjalimudradavanti al cuore possiamo focalizzarci sull’apertura del petto e quindi una giusta attivazione dei muscoli scapolari, oltre che mantenere l’attenzione sul non alzare le spalle. Se vuoi focalizzarti sull’equilibrio puoi anche tenere le braccia in vita

Se sei uno yogi esperto ed è una buona giornata puoi provare la variante di inclinare il busto verso il lato della gamba piegata, entrando in una flessione laterale.

Questa posizione è considerata polare, cioè lavora sia sull’aspetto solare (tonifica i muscoli di gambe e colonna vertebrale) che lunare (allunga i muscoli del bacino, dell’interno coscia, del torace e delle spalle)! Oltre che equilibrare questi due aspetti che devono sempre essere in armonia:

  • Migliora il senso di equilibrio e la postura del corpo.
  • Riduce i piedi piatti (attivazione dell’arco plantare).
  • Calma la mente e aiuta la concentrazione perché stimola il sesto chakra, ajna. Durante la pratica di Vrksasana potrai infatti sentire un’espansione e attivazione dell’energia a questi livelli: focus mentale, capacità di concentrazione, discernimento.

Ora qualche controindicazione:

  • Va praticata con cautela da chi soffre di insonnia o si addormenta con difficoltà: la posizione sviluppa moltissima energia e attiva la mente, quindi per chiunque si ritrovi in questa categoria sarebbe meglio praticarla di mattina!
  • Se soffri di pressione bassa potresti avere qualche offuscamento alla vista, pertanto praticala appoggiato al muro che possa essere un sostegno o mantenendo un appoggio accanto a te. Se dovessi avvertire qualche malessere di questo tipo, portati sdraiato a terra e solleva le gambe appoggiandole al muro!
  • Se soffri di ipertensione non portare le braccia oltre la testa (le braccia oltre la testa aumentano la gittata cardiaca).

Se per un qualche motivo dovessi perdere l’equilibrio non importa, sii clemente con te stesso e soprattutto non cominciare a cercare di rientrare nella posizione a tutti i costi saltando dei passaggi: fai un bel respiro e riparti daccapo. L’isteria e la frenesia non devono entrare nel regno del tuo tappetino!

Sperando che questo articolo possa essere utile per la tua pratica personale, voglio ricordarti sempre di partire dal tuo corpo, di sentire come sta oggi e di scegliere il modo migliore per te di praticare Vrksasana in questo momento: siamo diversi ogni giorno e ascoltare i nostri bisogni, senza voler a tutti i costi raggiungere l’immediata “perfezione” dell’āsana è il primo passo per migliorare il nostro percorso!

Ti aspetto sul tappetino per piantare le nostre radici e allungarci verso il cielo come le fronde di un albero rigoglioso!

 

 

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